Dal momento della sua gestazione e fino
ad oggi il tango è un atto rivoluzionario. Il termine rivoluzione, nel suo
significato più ampio indica qualsiasi cambiamento radicale nelle strutture
sociali di chi la opera.
Incontrarsi per abbracciarsi, senza fare
distinzioni, ed essere alla ricerca di sensibilizzarsi all’ascolto del proprio
essere e del collettivo che ci accomuna, fu ed è più che mai, rivoluzionario
per la nostra società, il nostro modo di pensare e di sentire.
L’abbraccio, è una forma che ci consente
di offrire i nostri cuori ai simili, in quella ricerca emozionale e vibrante di
un linguaggio di espressione corporea dove le parole si azzittiscono. Ci
accordiamo come strumenti di un’orchestra per rendere possibile il flusso
leggero della pista. La fiducia diventa un’esigenza e la sincronia dei respiri,
la nostra base musicale. Tutti questi elementi che si uniscono nella
concretezza della mezza in atto della milonga ci aprono le porte a una
coscienza totalizzante dell’umanità e dell’universo. E paradossalmente per consentire
ciò, diventa necessario rendere la propria identità individuale al momento
presente, con una presenza aperta all’ascolto.
Tutto ciò è la rivoluzione del tango, ballarlo oggi è una dichiarazione,
un desiderio espresso di tornare all’essenza dell’essere umano e quindi opporsi
alla linea di comportamento proposta dall’attuale modello politico, sociale ed
economico. Farlo in uno spazio così emblematico da questo punto di vista, come
il teatro Marinoni diventa una azione concreta del popolo nei confronti del
potere. Vi chiedo di diventarne coscienti!!!