Tango Venice, filiale Dinzel Internazionale


"Il tango danza è un linguaggio: Un sistema di codici che permette a due corpi sconosciuti di interagire ballando unificati in un'unica struttura dinamica, senza avere bisogno di previ accordi coreografici. "

There is no leader neither follower, Per un'abbraccio maturo nel tango. (sul tango queer)

I love tango queer. Mi piace la sperimentazione sul intercambio di ruoli di genero. Trovo
estremamente sexi guardare danzare il tango a due uomini, così come a due donne. Trovo
però innaturale vedere ballare un'uomo e una donna, intercambiati nella posizione
dell'abbraccio, e altrettanto scomodo sperimentarlo, per una semplice questione di
corporatura fisica.

Mi ha fato sempre rumore la nomenclatura leader e follower per definire la posizione
dell'abbraccio, perché perpetua una forma di studiare e praticare il tango che per me è
sbagliata. Per me il tango è una conversazione tra due persone, una con preponderante
energia mascolina, e l'altra con preponderante energia femminile, ciò non toglie che al di
là del mio genere sessuale, possa assumere l'una o l'altra energia. Infatti della mia ricerca
sul ruolo maschile quello che mi ha sempre interessato è ricercare e sperimentare la mia
mascolinità. Inoltre il così detto leader (preferirei chiamarlo chi propone) può stare in
entrambi le posizioni del abbraccio. E sì, si può durante la durata del tango transitare
entrambe le possibilità: la azione attiva, proponendo, e la passiva, seguendo, al di là della
posizione che abbia assunto nell'abbraccio.

Parliamo però un po' sul perché le parole leader e follower mi perturbano così tanto,
quando si riferiscono a una posizione determinata nell'abbraccio. Ciò presuppone una
meccanica di coppia dove un'integrante è in stato monologale. Un solo integrante assume
tutta la responsabilità sul cosa e il come, sulla risposta allo stimolo musicale, sul rispetto e
uso dello spazio, e come se tutto ciò fossi poco, anche di comunicare all'altro tutte queste
decisioni in modo che esso possa azionare come un mero strumento all'interno del gioco
sincronico proposto. Vediamo quindi un dominio assoluto di uno sulla costruzione del
disegno danzato, e all'altro rimane il compito di seguire correttamente e in stato di
sommissione. Nei migliori dei casi questo strumento umano, si esprime con qualche
decorazione negli spazi lasciati vuoti dal suo partner.

Sembra piuttosto ovvio che la relazione non è paritaria, che la espressione risultante non è
conformata dal contributo di entrambi, e che sopratutto, si sta negando la possibilità di
esprimere la propria emozionalità a un integrante della coppia, si nega la sua autonomia,
si annulla ogni sua iniziativa, e di conseguenza si nega anche essa persona. Questo modo
di vedere il tango nasconde, le carenze tecniche e di ruolo di una mascolinità, che non ha
il coraggio di ascoltare il femminile, mettendosi di fronte ad essa in una attitudine di
dominazione in virtù della sua forza fisica, semplicemente perché, considera le strade che
conosce e domina come unici elementi possibili della sua danza. Questo non vuole dire
che la evoluzione spaziale di questa coppia così conformata non sia sincronica, ne sia
gradevole, ne tanto meno che non si possa ballare un bel tango in questa modalità. Ne
tanto meno è intensione colpevolizzare il ruolo maschile: Quante volte si sentono
espressioni come: “mi fai ballare”, “se Lei non mi porta io non so cosa fare”, ecc.

“Una struttura di potere e dominio che dica lo che si dica, non coincide con la filosofia originaria del tango
come disciplina, perché manca un punto essenziale di partenza, LA LIBERT'A, che in un modo evidente
conformò l'esemplare danzistico dei suoi origini.”
Rodolfo y Gloria Dinzel

Purtroppo però questi interpreti lasciano perdere la propizia possibilità di stabilire un
rapporto maturo, dove il disegno finale sia la congiunzione dinamica delle due espressioni
apportate per ogni integrante della coppia. Questa possibilità avviene quando entrambi si
trovano in stato colloquiale. Stato che conta con la complicità e l'ascolto dell'altro per
riuscire ad essere entrambi disponibili ad apportare le sue diverse versioni della realtà
dinamica attraverso e all'interno del vincolo danzato. Passiamo da un ruolo femminile
passivo la cui destrezza veniva valutata dalla precisione nel seguire, a un ruolo che è
altrettanto attivo, propositivo, pensante e sufficientemente illustrato nell'arte del tango per
poter instaurare le sue osservazioni dinamiche, traducendole con il proprio azionare. La
responsabilità, quindi, ricade così al 50 percento in ogni integrante. Situazione logica
quando pensiamo a la parola spagnola per denominare coppia, cioè “pareja”. In una
“pareja” gli integranti stano “parejos” cioè in un rapporto equitativo e paritario. Tradotto
nella danza del tango, possiamo dire con gli stesi livelli di efficienza per gestire la attività.

Come documento scritto, che avvala il presupposto che così era la forma nell'origine
rimane il testo del Tango “el 14” di Alberto Spatola e Angel Villoldo, del 1914. Il cui
ritornello dice: “ Quando mi porta la mia donna, che piacere,...!”

“La uguaglianza libertaria che possiede la coppia viene tradotta nella unità concettuale dell'abbraccio,
che procura concretizzare lo sforzo comune nella prodigiosa avventura di confrontarsi con il divenire,
attraverso la disciplina stilistica improvvisata del tango danza. Il sincronismo generale osservato nella
coppia che danza è il risultato di poter capire e sviluppare nel processo dell'atto danzato un reale
sincretismo.”
Rodolfo e Glora Dinzel

Cioè le azioni individuali e volontarie nella congiunzione dell'abbraccio, si traducono in un
unico accordo dinamico delle diverse proposte personali degli interpreti. Entrambi
affrontano il divenire della pista da ballo ed interpretano lo stimolo musicale nella unicità
dell'abbraccio.

Amparo Ferrari
Bibliografia: “El Tango, una danza: La improvisación” di Gloria e Rodolfo Dinzel, 2011- Edizione
Corregidor. (Acquistabile in spagnolo nel sito: www.corregidor.com)

No hay comentarios:

Publicar un comentario